Strumenti Musicali: Sintetizzatore Chroma
By Francesco ChiariniA review from the Italian magazine Strumenti Musicali, January 1983. Thanks to Odysséas Tsakas-Grigoriadis [21010242] for the article scan, and to Enrico Dibennardo [21030494] and Luca Sasdelli [21010226] for the English translation.
Si chiama Chroma, è un sintetizzatore polifonico basato su tecnologia mista analogico-digitale con sensibilità di tocco.
Concepito in casa ARP e prodotto dalla Rhodes farà sicuramente concorrenza ai pochi computer musicali attualmente disponibili sul mercato italiano.
Il Chroma è destinato ai musicisti con la "M" maiuscola (quelli che usano due mani quando suonano, tanto per intenderci), per questa ragione – se si esclude una uscita multipolare (25 pin) per interfacciamento con computer esterno – non è perdisposto per essere pilotato da sequencers o unità ritmiche esterne.
Una simile scelta differenzia il Chroma dalla maggior parte dei suoi parenti (OB-Xa, Prophet) dotati in generale di una ampia interfacciabilità ma di una tastiera non sensibile all'intensità di tocco, e lo avvicina all'anziano e glorioso Yamaha CS-80.
Sin dal primo ascolto ci si rende conto della eccezionale dinamica del Chroma, dovuta alla sensibilità della tastiera che è stata ottenuta dedicando un microprocessore ai calcoli della velocità con cui vengono premuti i tasti. Il Chroma unisce una enorme versatilità dal vivo ad una varietà timbrica mai udita in sistemi polifonici analogici. Vediamo ora i due diversi momenti in cui il Chroma deve essere utilizzato: il momento dell'esecuzione ed il momento della programmazione.
L'Esecuzione
Esistono due momenti distinti nell'utilizzo del Chroma: l'esecuzione e la programmazione; questo non significa che mentre lo si programma non lo si possa suonare (o viceversa) ma che, prima di andare dal vivo o in studio bisogna stabilire cosa debba fare la macchina. Capita anche (e sempre più spesso) che chi suona un sint polifonico non è sempre chi lo programma e-con talune eccezioni – è ragionevole pensare che un tastierista dopo aver dedicato parecchie ore al giorno ad esercitarsi al piano, non abbia il tempo di dedicarsi allo studio della sintesi sonora elettronica, a cui già si dedicano parecchi ingegneri audio. Questa dualità di ruoli attorno allo strumento musicale elettronico (con la speranza che si estingua molto presto) è oggi molto chiara ed è più attuale nel Chroma che non in altri polifonici: non tanto perchè la programmazione dei timbri sia particolarmente complicata (meno ostica della maggior parte dei computer musicali) ma quanto perchè il Chroma è stato concepito in modo tale che il musicista non tolga mai (o quasi) le mani dalla tastiera, pur avendo svariati controlli per interventi espressivi sotto le sue dita.
Uno sguardo d'insieme al pannello rivela immediatamente la paternità del Chroma: la linea è analoga a quella del Piano ARP.
Cinque potenziometri a slitta e una settantina di interruttori morbidi permettono di richiamare e modificare in qualsiasi momento cinquanta timbri diversi. Per quanto riguarda gli interventi espressivi sulla sinistra della tastiera troviamo due rotelle a ritorno automatico che possono essere programmate per controllare molteplici effetti (convenzionalmente il Pitch Bend e la profondità del vibrato); il Chroma è corredato di tre pedali ad interruttore di cui due programmabili (convenzionalmente a destra il sustain e a sinistra la sordina) e di un pedale volume. Il terzo pedale, utilissimo dal vivo, serve a cambiare i timbri senza intervenire sui commutatori è possibile programmare una scaletta di suoni, premere il pedale e passare da un [coro] al Gran Piano senza staccare un dito dai tasti.
Ottima la funzione di Split la tastiera può essere divisa in qualsiasi punto; alle due parti di tastiera risultanti si possono attribuire timbri diversi in qualsiasi ordine o anche all'unisono, i due suoni possono inoltre essere trasposti indipendentemete di un'ottava in alto o in basso.
Una serie di interruttori permettono di memorizzare o richiamare da cassetta tutti i cinquanta timbri.
Le uscite sono otto: due bilanciate da studio (Canon 600 ohms) due Jack mono (alta e bassa impedenza) e quattro Jack stereo programmabili che possono essere usati sia per estrarre le singole voci che per mandate e ritorni di effetti.
La Programmazione
Oltre al microprocessore che gesisce la tastiera, il Chroma ne incorpora un secondo che presiede alla memorizzazione dei parametri timbrici. La programmazione del Chroma è piuttosto semplice anche se è necessario avere una discreta pratica dello strumento o avere sottomano le istruzioni che contengono utili promemoria; certi interruttori possono riferisi fino a sedici funzioni diverse ed è impossibile in breve tempo ricodarsi i codici numerici relativi alle funzioni desiderate.
La progarmmazione globale dello strumento avviene manipolando un solo cursore (PARAMETER CONTROL) che stabilisce i codici numerici, e sfiorando uno dei cinquanta interruttori che normalmente servono a richiamare altrettanti suoni; preventivamente bisognerà aver premuto l'interruttore per la selezione dei parametri (PARAM SELECT) che fa corrispondere ai cinquanta interruttori tutti i parametri utili per la costruzione di un timbro.
Per tornare in posizione di utilizzo basterà schiacciare il tasto per la selezione dei programmi memorizzati (PROG SELECT). Le operazioni di editing dei dati memorizzati sono semplicissime come quelle per la correzione dei suoni.
E' impossibile rendere una chiara idea della potenza timbrica del Chroma, basti pensare che accanto al classico schema VCO-VCF-VCA con due inviluppi (x 16 voci, 2 x 8 con Split) sono disponbili altre qundici tecniche dei sintesi differenti come: modulazione in frequenza die filtri (VCF FM), modulazione di ampiezza (VCA M), diversi Ring Modulations, filtri in serie, ecc. (vedi schema 1).
La sensibilità di tocco risiede negli inviluppi, che sono digitali di tip APSR dove P sta per picco: il livello cioè di massima ampiezza, che e proporzionale alla velocità di tocco sulla tastiera (vedi schema 2).
Gli unici automatismi esecutivi programmabili sono una serie di arpeggi ed un sequencer monofonico a 195 note.
La precisione dell'accordatur e garantita dal programma autodiagnostico che accorda gli oscillatori riferendosi alla frequenza di lavoro (clock) dei micoprocessori.
Conclusioni
Potenza timbrica, ampia dinamica, uso dal vivo praticissimo fanno del Chroma il re dei sintetizzatori polifonici misti analogico/digitali.
Forse tra una diecina di anni il Chroma verrà ricodato come il canto del cigno dei sintetizzatori misti: un cigno con una voce formidabile.